FOMO
Nell’era di Twitter e Facebook, l’incarnazione ha un
gusto tutto particolare. In un mondo dove la realtà che conta è quella “virtuale”,
diventa ancora più scandalosamente imbarazzante l’immagine di un DIO INCARNATO.
Viviamo attaccati a dei tubi – il telefono, la tv, l’internet
– al punto che qualcuno sulla rete ha coniato il sentimento FOMO: Fear Of
Missing Out, la paura di essermi perso qualcosa. Vivendo nell’illusione di
essere presenti a tutto quello che succede nel mondo (ma quale mondo? Quello dei
tabloid e della finanza? Il “primo mondo?" Il mondo "sviluppato" che se la fa e se la canta?), non riusciamo a staccare la spina
dal continuo flusso di informazioni, e spegnere il cellulare è diventato per
molti un gesto eroico, se non folle. Paura di spegnere quell’aggeggio
invadente. Paura di stare da solo. Paura del silenzio. Paura della realtà vera.
JOMO
Qualcuno ha scoperto, invece, che nello staccarsi dai
media si può aprire la porta al silenzio, o meglio, riusciamo ad essere “presenti”
a quello che ci sta attorno – sto parlando fisicamente. Allora nasce quella
pace interiore, quella serenità soprannominata JOMO: Joy Of Missing Out, la
gioia di essermi perso qualcosa. Sì, sto bene ad essere presente ad una manciata di volti. La storia dei grandi e le storielle degli ignoranti possono attendere.
Il Natale è il mistero di un Dio che si è fatto carne. L’infinito
si è posto dei limiti. Ha scelto un posto, della gente, una storia, un volto. Un
Dio specifico. Un Dio così profondamente calato nella storia, che ancor oggi
non riusciamo ad avere un’idea di cosa fosse il suo messaggio (un Messia
ideologico sarebbe stato più facile da manipolare). Come i soldati sotto la
croce che non tagliano la sua veste, così noi non siamo capaci di tagliare la
sua identità a misura nostra.
Si è INCARNATO, si è fatto SPECIFICO, il nostro
Salvatore. Ha preso la strada della povertà. Poteva salvarci con un tweet, con
un colpo di bacchetta magica che – telematicamente – avrebbe raggiunto tutti. No.
Ha preferito la lunga – e sudatissima – strada dell’essere limitato. Povero. Altro
che Joy Of Missing Out, lui non si è proprio perso nulla!!
Siamo noi che ci perdiamo il presente!
Natale vuol dire che Dio dice il suo “presente” a
ciascuno di noi. In arabo, la parola “Haadir”, che vuol dire “Eccomi”, si usa
per dire “sono a tuo servizio”. Il Natale non è altro che Dio che dice al
dolore dell’uomo “Haadir, eccomi, ci sono”. Non per risolvere i problemi con la bacchetta magica, ma per camminare con voi – fosse anche nei
bassifondi dell’ignoranza e dell’ingiustizia che stanno seguendo l’onda della
Primavera Araba. Per camminare con voi nel freddo di una vita senza futuro e senza direzione. Basta che - come i pastori - stiate al gioco: alzatevi, e camminiamo!
Buon Natale a tutti!
Che sia un Natale, e un anno, in cui ci facciamo “presenti”,
almeno con il cuore, con gli orecchi e con le mani, alle
persone che incontriamo.
...come sempre, ben detto caro Diego! Aggiungo anche che oramai la vita (quella autocostruita) non permette più tiepidi atteggiamenti, l'arte del dire/non dire, il dressing giusto per ogni occasione, le faccie diverse per ogni interlocutore. Credo stia arrivando il tempo delle scelte vere, quelle che la vita, la cambiano! Il problema è che queste scelte costano e come pagamento esigono dolorosi mutamenti personali. Per gestire tutte le informazioni senza rischiare che le informazioni gestiscano la nostra vita occorre una mentalità, un pensiero ferreo, frutto appunto di scelte coraggiose. Oggi non so quanti siano veramente idonei ad essere informati: io non credo ma tu Diego... Buon Natale in palese ritardo!
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