Thursday 18 April 2019

Gesù che lava i piedi


Gesù che lava i piedi esprime tenerezza ai suoi discepoli. Li ama “sino alla fine”, ovvero al di là dei limiti. Dopo la fine non c’è nulla. È senza limiti. Smisurato. Affettuoso, con questi burberi pescatori ignoranti e testardi di Galilea, gente materialista e un po’ grezza. E lui li tratta con la dignità di signori, di re. Lui si fa servo per loro, e così li incorona principi, non a parole ma con i fatti. Chi può dire “il mio Dio mi ha lavato i piedi”? Robe mai viste. Pietro che ragiona in termini di dignità umana si oppone, ma Gesù, sorridendo, gli risponde che la dignità umana non vale nulla se perdiamo la comunione, lo stare insieme. “Se non ti lavo, non avrai parte con me”.

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Gesù che lava i piedi purifica un cammino. Il cammino che ha condiviso con i suoi ha segnato i piedi di questo sparuto gruppetto di Galilei. Non solo i piedi, ma anche gli occhi, gli orecchi, la mente e il cuore sono segnati da questo cammino. Hanno udito e visto cose che re e profeti dei tempi antichi avevano sognato di poter vedere. Hanno camminato su un terreno ben più santo del luogo del roveto ardente di Mosè, perchè hanno calpestato le orme di Dio in terra. Ma hanno anche raccolto la polvere della loro mediocrità e il fango della loro cattiveria. Hanno mescolato la creazione nuova di Dio con l’unica vecchia creazione dei figli di Adamo: il peccato.
Gesù non si scandalizza, non sbuffa, ma accoglie. Ad uno ad uno, prende fra le mani i piedi di questi uomini e li lava, li purifica. Li consola. Li rinnova. Perchè – e loro ancora non lo sanno – il cammino non è finito qui: sta appena appena per iniziare.

Gesù che lava i piedi serve. “Chi pecora si fa il lupo se lo mangia”, insegna il buonsenso. Eppure Gesù se ne infischia del buonsenso, del protocollo, dell’etichetta. Non gli interessa cosa la gente dice di lui, non lo preoccupa la sua immagine. È spoglio della veste, ma anche del senso di autoreferenzialità – una cosa che gli è più estranea della neve ai tuareg del Sahara. Servizio vuol dire non interessarsi delle cronache, non pre-occuparsi con la risonanza mediatica. Nel mondo delle selfie che ci hanno dato la falsa impressione di essere tutti dei qualcuno, Gesù sceglie di essere nessuno, chiunque. “Fa’ il bene e gettalo nel mare”, recita un proverbio arabo. Fallo e basta. Non pensare alle cronache di domani. Non preoccuparti che qualcuno prenda nota. Non farti fotografare. Fallo in silenzio. Che non sappia la tua destra cosa fa la tua sinistra.

Quando fai un dono, fallo con un sorriso

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