Wednesday, 4 April 2012

Il Leone e l’Agnello


Carissimi amici e amiche!

Un abbraccio dal Cairo!! Eccoci a celebrare ancora una volta l’enorme mistero della Settimana Santa, il mistero di un Dio-uomo che accetta di morire per noi, per ognuno di noi, senza che lo meritiamo, e senza che glielo chiediamo.
La lettura della Passione mi commuove. Gli evangelisti abbondano di dettagli, e ad ogni pennellata sembra di cogliere un messaggio. Come se ogni pennellata portasse il peso di una lacrima, pregna di storia, di dolore, ma anche di speranza.
Con la fantasia mi siedo a fianco di Pilato. E lo guardo nel suo volto stupito. Si stupisce – Pilato – del fatto che questo anonimo galileo non abbia niente da dire in sua difesa.
Credo noi tutti ci dovremmo stupire, insieme con Pilato. Ci dovremmo stupire della mansuetudine di Gesù, che accetta di essere messo a morte nonostante la sua consapevolezza – profonda! – non solo “di avere ragione”… ma di essere il Volto di Dio!!
Lo stupore di Pilato è lo stupore di Giovanni, nel capitolo 5 dell’Apocalisse. Gli viene detto “non piangere: ecco ha trionfato il Leone di Giuda”. Credo non stia nella pelle dall’emozione, e comincia a guardare per vedere se può cogliere l’immagine di questo formidabile Re dei re e Signore dei Signori. Ed indovina cosa? Gli appare di fronte un agnello. Peggio: un agnello sgozzato. Ok, è vivo… ma non è certo quello che Giovanni si aspettava!
La vittoria di Cristo non sta nella vendetta, ma nella vita. Vince perché è vivo, è vivente e vivificatore. Non perché è vendicativo. Accetta di portare tutto il peso della sconfitta, pur di invitare al suo banchetto tutti quelli che si son fatti beffe di lui (compresi quei suoi discepoli che fino all’ultima cena hanno continuato a chiedersi chi fra di loro fosse il più grande – come dice Luca 22).
La scelta di Gesù è difficile. È molto difficile. Lasciarsi prendere in giro, umiliare, maltrattare, uccidere. E non battere ciglio. Lasciare che la storia prenda il suo corso, che secoli di ignoranza e oceani di stupidità si facciano avanti. E non demordere. Sapere di aver ragione, ma permettere che chi ha torto continui ad infangarci e a maltrattarci. E resistere. Altro che “chi la dura la vince”. La stoffa di Gesù è al di là delle nostre categorie.
Seduto a fianco del Pilato stupito, guardo anch’io la faccia di questo Galileo. Nei suoi occhi c’è abbastanza speranza per il mondo intero. Ma quanto è dura seguirlo! Il buonsenso mi dice di lasciar stare. Che faccio?

Buona Pasqua a tutti!