Saturday 20 April 2019

vita nuova

Resurrezione vuol dire vita nuova

Related image

Israele che esce dall'Egitto 
passa dalla schiavitù alla libertà

I cristiani a cui scrive San Paolo 
passano dalla vita del peccato a quella di Cristo.
Da una vita fatta di violenza, vendetta, condanna, egoismo, divisione,
ad una vita dove c'è vita per tutti, perdono, accoglienza, servizio, famiglia.

Se credere nella Pasqua non vuol dire che crediamo nella vita NUOVA di Cristo
allora siamo come un sasso, seduto nel fondo di un fiume
possiamo rimanere lì cento anni
ma dentro siamo secchi, senza vita

Pensare che "andare in chiesa" basti a farci cristiani
è come pretendere che mettere un bancone in un'officina 
lo possa trasformare in un'auto

Essere "cristiani", ovvero assomigliare a Cristo
è vivere la vita nuova che Lui ha vissuto
una vita che non comincia nell'aldilà, 
ma oggi

Oggi è il giorno della Resurrezione.

Il giorno della resurrezione è oggi. Sempre.

Friday 19 April 2019

"Chi cercate?"

I giardini nella bibbia sono sempre luoghi di domande imbarazzanti

Da quei famosi "Dove sei?" e "Dov'è tuo fratello?" narrati da Genesi...

E oggi, nel giardino degli ulivi, Gesù rivolge una domanda
la rivolge a chi lo vuole arrestare
ma ad arrestarsi sono loro
anzi, cadono pure, indietro

"Chi cercate?"

E la chiede a me e a te, in questa notte.
Chi cerchi, sul legno della Croce?

Un uomo?
Un famoso anonimo? Gesù di Nazareth?
Un filosofo?
Un rivoluzionario?
Un operatore di miracoli? Mister Fix-it?

Le pagine della passione trascorrono, quasi distratte, mentre nella chiesa, come ogni anno, un certo brusolio si fa sentire. Non è un'indifferenza nuova, ma è parte del soundtrack della crocifissione di 2000 anni fa. Oggi come allora, Gesù muore fondamentalmente nell'indifferenza degli indaffarati.

Solo al momento della sua morte il mondo sembra fermarsi, in silenzio, ma è un silenzio con la memoria corta.

Quando ormai il mondo ha voltato pagina, quando ormai abbiamo compiuto il nostro attimo di devozione, allora fa la sua comparsa, nelle ultime righe del passio, uno dei personaggi più strani del vangelo di Giovanni: NICODEMO.

Nicodemo viene con 30 chili di unguento. Trenta!
Lui ha trovato Dio

Un Dio strano: è morto
la sua onnipotenza nascosta dietro la morte che si addice ad uno schiavo
ed infatti non fa meraviglia che la giovane Bakhita - oggi santa - avesse chiesto alla sua "padrona" chi fosse quello schiavo appeso al muro.

Nicodemo ha trovato Dio
e io, cosa cercho?
e tu, chi cerchi?

Thursday 18 April 2019

Gesù che lava i piedi


Gesù che lava i piedi esprime tenerezza ai suoi discepoli. Li ama “sino alla fine”, ovvero al di là dei limiti. Dopo la fine non c’è nulla. È senza limiti. Smisurato. Affettuoso, con questi burberi pescatori ignoranti e testardi di Galilea, gente materialista e un po’ grezza. E lui li tratta con la dignità di signori, di re. Lui si fa servo per loro, e così li incorona principi, non a parole ma con i fatti. Chi può dire “il mio Dio mi ha lavato i piedi”? Robe mai viste. Pietro che ragiona in termini di dignità umana si oppone, ma Gesù, sorridendo, gli risponde che la dignità umana non vale nulla se perdiamo la comunione, lo stare insieme. “Se non ti lavo, non avrai parte con me”.

Image result for lavanda piedi icona egizia

Gesù che lava i piedi purifica un cammino. Il cammino che ha condiviso con i suoi ha segnato i piedi di questo sparuto gruppetto di Galilei. Non solo i piedi, ma anche gli occhi, gli orecchi, la mente e il cuore sono segnati da questo cammino. Hanno udito e visto cose che re e profeti dei tempi antichi avevano sognato di poter vedere. Hanno camminato su un terreno ben più santo del luogo del roveto ardente di Mosè, perchè hanno calpestato le orme di Dio in terra. Ma hanno anche raccolto la polvere della loro mediocrità e il fango della loro cattiveria. Hanno mescolato la creazione nuova di Dio con l’unica vecchia creazione dei figli di Adamo: il peccato.
Gesù non si scandalizza, non sbuffa, ma accoglie. Ad uno ad uno, prende fra le mani i piedi di questi uomini e li lava, li purifica. Li consola. Li rinnova. Perchè – e loro ancora non lo sanno – il cammino non è finito qui: sta appena appena per iniziare.

Gesù che lava i piedi serve. “Chi pecora si fa il lupo se lo mangia”, insegna il buonsenso. Eppure Gesù se ne infischia del buonsenso, del protocollo, dell’etichetta. Non gli interessa cosa la gente dice di lui, non lo preoccupa la sua immagine. È spoglio della veste, ma anche del senso di autoreferenzialità – una cosa che gli è più estranea della neve ai tuareg del Sahara. Servizio vuol dire non interessarsi delle cronache, non pre-occuparsi con la risonanza mediatica. Nel mondo delle selfie che ci hanno dato la falsa impressione di essere tutti dei qualcuno, Gesù sceglie di essere nessuno, chiunque. “Fa’ il bene e gettalo nel mare”, recita un proverbio arabo. Fallo e basta. Non pensare alle cronache di domani. Non preoccuparti che qualcuno prenda nota. Non farti fotografare. Fallo in silenzio. Che non sappia la tua destra cosa fa la tua sinistra.

Quando fai un dono, fallo con un sorriso