Thursday 27 December 2012

diventare uomo significa diventare bambino


(di Klaus Hemmerle)


Diventare uomo significa diventare bambino.
Da Adamo ed Eva non c'è
eccezione a questo.
Il cammino che porta ad essere uomo
passa attraverso il bambino.
E proprio questo è il cammino di Dio:
il Fglio di Dio se è fatto uomo,
diventando bambino.
Noi gli apparteniamo
se accogliamo i suoi amici, i bambini,
e se accogliamo lui stesso come bambini.


Solo chi diverrà come un bambino, 
entrerà nel Regno.
Diventare semplici, puri, 
condividere il dolore,
condividere la gioia.
Lasciarsi fare un dono 
e ricambiarlo.


Il bambino: virtù che salva
dalla rassegnazione e dal calcolo,
dall'egoismo e dalla mancanza di senso.
Il bambino ci chiede di poter vivere
di avere un suo spazio vitale.
Il Bambino nella mangiatoia
è colui che ci invita 
ad essere uomini con lui
e a ricevere da lui una vita divina.


Saturday 22 December 2012

FOMO, JOMO, NATALE

FOMO
Nell’era di Twitter e Facebook, l’incarnazione ha un gusto tutto particolare. In un mondo dove la realtà che conta è quella “virtuale”, diventa ancora più scandalosamente imbarazzante l’immagine di un DIO INCARNATO.
Viviamo attaccati a dei tubi – il telefono, la tv, l’internet – al punto che qualcuno sulla rete ha coniato il sentimento FOMO: Fear Of Missing Out, la paura di essermi perso qualcosa. Vivendo nell’illusione di essere presenti a tutto quello che succede nel mondo (ma quale mondo? Quello dei tabloid e della finanza? Il “primo mondo?" Il mondo "sviluppato" che se la fa e se la canta?), non riusciamo a staccare la spina dal continuo flusso di informazioni, e spegnere il cellulare è diventato per molti un gesto eroico, se non folle. Paura di spegnere quell’aggeggio invadente. Paura di stare da solo. Paura del silenzio. Paura della realtà vera.

JOMO
Qualcuno ha scoperto, invece, che nello staccarsi dai media si può aprire la porta al silenzio, o meglio, riusciamo ad essere “presenti” a quello che ci sta attorno – sto parlando fisicamente. Allora nasce quella pace interiore, quella serenità soprannominata JOMO: Joy Of Missing Out, la gioia di essermi perso qualcosa. Sì, sto bene ad essere presente ad una manciata di volti. La storia dei grandi e le storielle degli ignoranti possono attendere.
Il Natale è il mistero di un Dio che si è fatto carne. L’infinito si è posto dei limiti. Ha scelto un posto, della gente, una storia, un volto. Un Dio specifico. Un Dio così profondamente calato nella storia, che ancor oggi non riusciamo ad avere un’idea di cosa fosse il suo messaggio (un Messia ideologico sarebbe stato più facile da manipolare). Come i soldati sotto la croce che non tagliano la sua veste, così noi non siamo capaci di tagliare la sua identità a misura nostra.
Si è INCARNATO, si è fatto SPECIFICO, il nostro Salvatore. Ha preso la strada della povertà. Poteva salvarci con un tweet, con un colpo di bacchetta magica che – telematicamente – avrebbe raggiunto tutti. No. Ha preferito la lunga – e sudatissima – strada dell’essere limitato. Povero. Altro che Joy Of Missing Out, lui non si è proprio perso nulla!!
Siamo noi che ci perdiamo il presente!

ALTRO CHE JOMO!!
Natale vuol dire che Dio dice il suo “presente” a ciascuno di noi. In arabo, la parola “Haadir”, che vuol dire “Eccomi”, si usa per dire “sono a tuo servizio”. Il Natale non è altro che Dio che dice al dolore dell’uomo “Haadir, eccomi, ci sono”. Non per risolvere i problemi con la bacchetta magica, ma per camminare con voi – fosse anche nei bassifondi dell’ignoranza e dell’ingiustizia che stanno seguendo l’onda della Primavera Araba. Per camminare con voi nel freddo di una vita senza futuro e senza direzione. Basta che - come i pastori - stiate al gioco: alzatevi, e camminiamo!

Buon Natale a tutti!
Che sia un Natale, e un anno, in cui ci facciamo “presenti”,
almeno con il cuore, con gli orecchi e con le mani, alle persone che incontriamo.

Tuesday 11 December 2012

o potenti della terra

O potenti della terra
non temete che diciamo quel che pensiamo
temete piuttosto
che pensiamo


Oh, you great men of the earth
fear you not that we say what we think
fear rather
that we think

Sunday 2 December 2012

oceani di...

Uno passa la vita chiedendosi come sia mai possibile che regimi come il fascismo, il nazismo, o il comunismo storico si affermino in modi più o meno – come dire – non democratici, ma con un ampio appoggio popolare. Con il tacito appoggio dei potenti, e le grida di piazza degli ignoranti.

Personalmente, oggi arrivo alla risposta a questa domanda. E mi accorgo che il fastidio che mi dava questa domanda era preferibile all’orrore della risposta: l’infinità della stupidità.

Einstein ebbe a dire "Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi." Non ci sono infatti ragioni per dubitare della sconfinatezza della stupidità dell’uomo. La stupidità - si sa - è l’oppio dei popoli, e forse l’unico vero motore della storia – se per storia intendiamo la serie di balle scritte dai potenti.

E mentre questi pensieri mi portano a quel punto dello sconforto dove neppure il turpiloquio serve a nulla, ecco - fresca come la rugiada - la Parola del Salmo 4:
Fino a quando, o uomini, la mia gloria sarà nuda?
Fino a quando amerete la vanità e desidererete la menzogna?

I padri della Chiesa insegnavano che la gloria di Dio è l’essere umano quando è pieno della vita. E la gloria di Dio è nuda, violentata, calpestata. Nelle donne e negli uomini che vengono presi in giro con la balla del dare sempre la colpa a qualcun altro – il capro espiatorio su cui sfogare la nostra bambinesca non accettazione di noi stessi. Nelle donne trattate come oggetti. Nei diritti delle minoranze calpestati. Nei giovani presi a sputi in faccia con la vecchia barzelletta del “siete il futuro”.

Che io sappia, il cane è l’unico animale che si mangia il proprio vomito. Credevo questo fosse il record dello schifo, ma mi sbagliavo. Peggio ancora è quando l’uomo sceglie la via che porta all’ignoranza, alla schiavitù – mentale prima e materiale poi. Se poi è un popolo... allora altro che i secchielli... oceani di stupidità, oceani di vomito!
Che rabbia!

Lo stesso salmo, poi, sembra parlare a me, che sono pieno di rabbia e darmi la buona notte:
Riflettete nei vostri cuori, ma non peccate;
adiratevi nei vostri giacigli, ma tacete;
offrite sacrifici di giustizia e abbiate fiducia nel Signore.
In pace, appena mi corico, m'addormento
poiché tu, o Signore, anche se solo, in sicurezza mi fai riposare.

Buona notte a tutti.
In attesa di svegliarci da questo incubo di stupidità.