Tuesday, 24 December 2013

Natale: onnipotenza al rallentatore. (Quando Dio decise di fare il contadino, e non l'imperatore)

Questa volta la lettera di natale la mando con un abbraccio freddo, non tanto per il clima – che ha portato la neve anche nella terra dei faraoni, dopo decenni – ma soprattutto perchè quest’anno più che mai il mio cuore arriva a Natale spezzato in due. Da una parte sono molto felice e soddisfatto, quasi estasiato. Dall’altra, quello che sta succedendo in questi giorni in Sud Sudan mi riempie di una tristezza e un’amarezza che davvero ottenebrano la luce di questo Natale. E – ad essere precisi – il Natale è la festa della luce che “le tenebre non hanno potuto sovrastare” (Giovanni 1:5).

Ho pensato a lungo a quale delle due metà del mio cuore dovesse scrivere questa lettera, e alla fine mi sono accorto che sono due faccie della stessa medaglia. Come la povertà, che ha le due faccie della semplicità e della miseria, così l’incarnazione di Dio ci parla di due misteriose lentezze: quella dell'imperatore e quella del contadino.

Gli imperatori e i potenti della terra sono lenti perchè – a duemila anni dalla sua ventua – ancora non sanno dove trovarlo, il re dell’universo. Lo cercano nei palazzi, nel successo, ma non lo trovano. Troppo dura, per loro, uscire dai palazzi e cercare altrove. Così pure dopo 40 anni di guerra, i leader del Sud Sudan ancora non sanno trovare la via della pace. Troppo duro per loro cambiare modi di risolvere i problemi. Noi tutti, nella vita quotidiana, siamo lenti nel voler ascoltare il messaggio di Gesù: diciamo che è difficile, quando invece è semplicissimo. Il fatto è che ci fa comodo pensare che sia difficile, così non ci sentiamo in colpa.
La beffa sta nel fatto che spesso accusiamo Dio di essere lento. Sì, Dio si è fatto lento, ma quando invece di usare la bacchetta magica è sceso in terra, ha assunto la nostra natura (fragile) e si è fatto uomo. Dio non è un elicottero delle Nazioni Unite. Dio è un germoglio che spunta lì dove il ghiaccio credeva di averla avuta vinta sul terreno fertile.

E questo mi porta all’altro lato del mio cuore, quello pieno di speranza. Quello che crede nella potenza della lentezza. Dio incarnato è potenza nel tempo. Onnipotenza rinchiusa in un piccolo, insignificante bambino. Onnipotenza del seme che cresce, del messaggio che entra, senza che venga detta parola. L’onnipotenza degli esempi, contro il mito di potenza delle parolone.

Martin Luther King, nel suo stupendo messaggio “I have a dream” ha detto “con questa speranza, estraeremo un sassolino di speranza dalla montagna della disperazione”. In qualche modo, è quello che i miei studenti e io stiamo facendo in queste settimane, pubblicando un libro di storie scritte da loro, in cui si prendono il lusso di sognare (si, anche i poveri sognano). Vi mando la foto che metteremo sulla copertina.
Questo è Natale: speranza, nonostante tutto. Non ce ne servono vagoni. Ce ne basta poca, la speranza di un seme. Nella fiducia che il seme, piano piano, crescerà.

Buon Natale a tutti!!
Abuna Diego

Monday, 23 December 2013

E la parola si fece carne (Gv 1,14)

Cos’è la tua Parola, o Dio?
È la prova che sei vivo
La parola viene da una bocca che respira
Con il tuo respiro ci hai dato vita
E adesso con la tua parola ci dai l’immortalità

Cos’è la tua Parola, o Dio?
Se tu, o Dio, fossi sempre e solo in cielo
Allora la tua Parola sarebbe solo un comando
Una direzione per il cammino
Come le stelle che ci indicano la direzione nella notte
Così la tua Parola ci illumina il cammino
“lampada ai miei passi è la tua parola”
Ma tu non sei solo in cielo. Sei qui fra di noi

Cos’è la tua Parola, o Dio?
Se tu fossi solo un re
allora la tua Parola sarebbe una chiamata,
o una domanda che vuole da noi una risposta
Sì, la tua parola è chiamata,
perchè tu vuoi da noi che camminiamo
ma io sento più che una chiamata nella tua Parola

La tua parola non è solo un ordine
neppure solo un comando
la tua parola non mi chiede cosa posso fare per te, o Dio
ma mi rivela cosa tu sei pronto a fare per me, per noi
più che un comando, più che una chiamata
la tua parola è una promessa

La tua promessa è “io sono con voi”
e tu mantieni questa promessa, Signore,
tu vieni a vivere fra di noi
non con la potenza degli eserciti
nella semplicità, nel silenzio
ti adoro, re semplice!
ti ascolto, dolce promessa!


Parola incarnata, promessa compiuta.