Pasqua 2011
La situazione qui stenta a sistemarsi, visto che dietro la calma apparente del post-rivoluzione si nascondono un sacco di problemi irrisolti. Il Paese è in fermento, e diversi gruppi politici vogliono fare di tutto per assicurarsi una vittoria alla prossime elezioni di settembre. Il quadro generale è molto confuso: sappiamo da dove veniamo, ma facciamo fatica a capire dove siamo e – soprattutto – dove stiamo andando. La tensione fra cristiani e musulmani si sente con forza, e a questa si aggiunge un certo conflitto all’interno del mondo musulmano stesso, fra chi crede nel bisogno di una svolta in favore dei diritti umani e chi invece vorrebbe uno stato teocratico (e in mezzo a questi due gruppi si trovano tutte le gradazioni intermedie). L’esercito continua a tenere in mano il potere, e lo fa con il pugno di ferro (speriamo non ci prenda gusto).
In questi giorni celebriamo la Pasqua, il cammino più incredibile che si possa mai intraprendere: quello dalla gloria alla croce, e poi dalla croce ad una gloria più grande, una luce che non possiamo descrivere.
Il cielo delle notti di pasqua è costellato di punti di domanda, che non trovano risposta nel buio… è un cielo freddo, senza nuvole. E i punti di domanda che troviamo nelle pagine del vangelo in questi giorni sono gli stessi interrogativi che ci poniamo tante volte noi, nelle nostre vite fatte di contraddizioni e di continui tentativi, dove raramente incontriamo risposte.
Perché il dolore, se siamo figli dell’Altissimo? Perché se siamo tutti discendenti dallo stesso Padre celeste, c’è chi nasce in un Paese ricco di risorse e chi in un Paese afflitto da ingiustizie e violenza? Perché qui in Egitto, dopo tanto dolore, e l’impegno genuino e onesto di tanti, non torna la pace? Perché chi semina discordia e violenza sembra non essere mai stanco, non morire mai, non essere mai a corto di occasioni?
Perché il Signore non interviene, con la bacchetta magica? No, niente bacchetta magica, il Signore affronta i problemi con un altro tipo di legno, uno strumento molto più pesante e duro: la croce. E la sua risposta alle nostre domande, ancora una volta, è una domanda essa stessa… È davvero misterioso questo cammino. Così misterioso che ci sembra di camminare nel buio, a tentoni… Dalla gloria alla croce, e dal sepolcro alla Gloria…
Difficile da capire, ma ancor più difficile da interpretare. Come per Pietro, che prima non capisce perché il Maestro gli voglia lavare i piedi, e poi, quando capisce, comincia a declamare i suoi buoni propositi. Ma – si sa – di buoni propositi è lastricata la strada che porta alla perdizione. Sarebbe stato meglio parlare meno, rendersi conto dei propri limiti, e chiedere aiuto. Perché alla fin fine l’unica preghiera di cui abbiamo bisogno è quella dei discepoli impauriti: “Signore, salvaci!”. Abbiamo bisogno di abbandonarci con fiducia alle sue mani, visto che da soli non riusciamo a venirne a capo.
Salvaci, Signore, da noi stessi, dalla nostra ipocrisia. Affolliamo la chiesa la notte di Venerdì Santo, ma sotto la tua croce, quel giorno, non ci saremmo fatti trovare. Salvaci, Signore, dalla nostra arroganza. Salvaci dall’indifferenza. Salvaci dal buonsenso. Salvaci dal senso della misura. Salvaci dai compromessi. Perché il cammino che ci offri tu è un cammino molto dolce, ma che ci chiede di ingoiare una medicina molto amara che non vogliamo prendere.
Buona Pasqua a tutti. Buona Pasqua di morte e di Risurrezione.
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