Carissimi amici e amiche
di Cogollo,
mi unisco nel pianto per
l’ultimo saluto a don Luciano.
Forte: un nome, un
programma.
Mi commuove molto pensare
che esattamente un anno fa, giovedì 31 maggio, tre giorni prima della mia
ordinazione sacerdotale, la Provvidenza mi fece un regalo enorme, cioè quello
di andarmi a confessare proprio da don Luciano, mio padrino di Cresima.
Ricorderò per sempre il
sorriso con cui mi ha accolto nel confessionale, e quasi la voce dentro di me
che mi diceva: “questo sorriso è l’immagine del Padre Misericordioso”.
Un sorriso così pieno di affetto e comprensione. E in questo affetto, appunto,
ho sentito la sua forza. Quella forza che ti costringe a metterti in ginocchio
e a chiedere scusa. Quella forza che ti mette a nudo dalle scuse che ti sei
cucito addosso. A nudo anche dalla paura di non essere accolto, perchè il padre
misericordioso è lì che ti accoglie. Senza se e senza ma. Incondizionatamente.
Noi comunità di Cogollo
non ricordiamo don Luciano perchè è stato un gran predicatore, o perchè ha
costruito e fatto “cose”. Probabilmente ha fatto anche tutto questo, e immagino
che in questi giorni – giustamente – qualcuno si preoccuperà di rendergliene
omaggio. Ma credo che la cosa più grande che don Luciano ci ha lasciato è il
suo sorriso, il suo affetto paterno. La sua umanità. Ha fatto come Gesù, che “andava
in giro facendo del bene”. Niente di più, niente di meno. Essere umani,
quello è il miracolo oggi; visto che di gente ce n’è tanta, ma di
umani...
Essere umani è essere
sacramento di Dio in terra. Perchè Dio ci ha creati che fossimo l’immagine sua.
E don Luciano, come anche altri preti che Dio ci ha regalato, è stato
l’immagine di Dio che camminava per le vie di Cogollo.
Con un bel po’ di
commozione, ringrazio Dio per quel sorriso, che ha toccato il cuore ti tanti di
noi – credo di tutti. Personalmente, posso dire che oggi sono dove sono per
merito anche suo. Quando a 9 anni ho detto alla mia mamma che volevo diventare
prete, in realtà le stavo dicendo che volevo diventare essere come don Luciano.
A distanza di ventun anni, oggi coltivo lo stesso sogno.
Ciao, don Luciano,
ti salutiamo con semplicità
e senza sfarzi,
visto che tu ci hai
abituato alla tua semplicità.
Anzi, la tua semplicità è
quello che ci ha ammaliato.
Ti porteremo sempre nel
cuore.
Tu prega per i tuoi figli
e le tue figlie spirituali di Cogollo.
Il tuo indegno “fiòsso”
p. Diego