Saturday 21 April 2018

no other name

Non c'è altro nome con il quale possiamo essere salvati (At 4,12)
Ai bambini piccoli piccoli basta una parola per dire tutto. "Mamma" può voler dire "ho fame, freddo, aiutami, guardami, eccomi, ciao, cosa vuoi, prendimi, ..."
Similarmente, anche al pastore basta una parola, un fischio, per dire tutto al suo cane, o alle sue pecore.
L'amore non ha bisogno di parole. Gli basta il nome. Il nome dell'amato.
Dio ci chiama per nome e vuole che rispondiamo per nome.
Uno dei primi grandi chiamati della Bibbia, Samuele, è stato chiamato AL CONTEMPO col proprio nome e col nome di Dio. Perché Samuele (shmu el) vuol dire "il suo nome è Dio".
Samuel, Samuel, il suo nome è Dio, il suo nome è Dio. Il nome di chi cerchi, di chi ti tiene sveglio in questa notte di attesa senza senso, è Dio.
E quando trovi il tuo nome, trovi pure il nome suo.
"Solo nel suo nome siamo salvati".
Sì, "siamo". Oppressi e oppressori, perché la salvezza non si coniuga al singolare. Pietro sta parlando a quelli che hanno appeso Gesù al patibolo, e apre loro le porte di quella chiave che ancora non ha provato. O con loro o niente. In paradiso da soli non ci si va.

"There is no other name by which we can be saved" (Ac 4:12)
Toddlers get along pretty well by uttering one word at the time. For them the word "Mum" is enough to cover the whole array of messages they need to put across: "feed me, I'm thirty, hungry, look at me, here!, etc."
One word is all that it takes.
Love requires no more than that.
Same goes for the shepherd, who calls his sheep with just about one word, one whistle, one code sound. 
When two souls love each other, there is no need for more than one word. 
That is how salvation comes with one name. His name is all we need to call out.

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