Gesù che lava
i piedi esprime tenerezza ai suoi discepoli. Li ama “sino alla fine”, ovvero al di là
dei limiti. Dopo la fine non c’è nulla. È senza limiti. Smisurato. Affettuoso,
con questi burberi pescatori ignoranti e testardi di Galilea, gente
materialista e un po’ grezza. E lui li tratta con la dignità di signori, di re.
Lui si fa servo per loro, e così li incorona principi, non a parole ma con i
fatti. Chi può dire “il mio Dio mi ha lavato i piedi”? Robe mai viste. Pietro
che ragiona in termini di dignità umana si oppone, ma Gesù, sorridendo, gli
risponde che la dignità umana non vale nulla se perdiamo la comunione, lo stare
insieme. “Se non ti lavo, non avrai parte con me”.
Gesù che lava
i piedi purifica un cammino. Il cammino che ha condiviso con i suoi ha segnato i piedi di questo
sparuto gruppetto di Galilei. Non solo i piedi, ma anche gli occhi, gli
orecchi, la mente e il cuore sono segnati da questo cammino. Hanno udito e
visto cose che re e profeti dei tempi antichi avevano sognato di poter vedere. Hanno
camminato su un terreno ben più santo del luogo del roveto ardente di Mosè,
perchè hanno calpestato le orme di Dio in terra. Ma hanno anche raccolto la
polvere della loro mediocrità e il fango della loro cattiveria. Hanno mescolato
la creazione nuova di Dio con l’unica vecchia creazione dei figli di Adamo: il
peccato.
Gesù non si
scandalizza, non sbuffa, ma accoglie. Ad uno ad uno, prende fra le mani i piedi
di questi uomini e li lava, li purifica. Li consola. Li rinnova. Perchè – e loro
ancora non lo sanno – il cammino non è finito qui: sta appena appena per
iniziare.
Gesù che lava
i piedi serve. “Chi pecora
si fa il lupo se lo mangia”, insegna il buonsenso. Eppure Gesù se ne
infischia del buonsenso, del protocollo, dell’etichetta. Non gli interessa cosa
la gente dice di lui, non lo preoccupa la sua immagine. È spoglio della veste,
ma anche del senso di autoreferenzialità – una cosa che gli è più estranea della
neve ai tuareg del Sahara. Servizio vuol dire non interessarsi delle cronache,
non pre-occuparsi con la risonanza mediatica. Nel mondo delle selfie che
ci hanno dato la falsa impressione di essere tutti dei qualcuno, Gesù sceglie
di essere nessuno, chiunque. “Fa’ il bene e gettalo nel mare”, recita un
proverbio arabo. Fallo e basta. Non pensare alle cronache di domani. Non
preoccuparti che qualcuno prenda nota. Non farti fotografare. Fallo in
silenzio. Che non sappia la tua destra cosa fa la tua sinistra.
“Quando fai un
dono, fallo con un sorriso”
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