Sunday, 25 March 2018

pasqua al mercato

Carissimi amici e preziosissime amiche!
Puntualmente all’ultimo minuto, vi scrivo due righe per farvi i miei auguri di Pasqua. Siamo già dentro al settimana santa. Il Maestro è già entrato nella città santa e peccatrice, Gerusalemme. Un mercato dove da che ne ha memoria il mondo si danno incontro il santo e il peccatore, il profeta di pace e l’assassino, il pellegrino e l’opportunista.
Gesù sceglie posti così per la sua ora. Non sceglie posti appartati con gente scelta, motivata, selezionata. Muore nel mercato del mondo, proprio il giorno prima della grande festa, quando la frenesia del mercato si fa più isterica. Muore più coperto di indifferenza che di odio.
E il mercato di Gerusalemme non è che l’ingrandimento del nostro cuore, che proprio uguale preciso a Gerusalemme nel suo essere distratto, freddo, cinico, lontano, se non apertamente ostile e allo stesso tempo consapevole che abbiamo bisogno di un salvatore, perchè da soli finora non abbiamo proprio combinato un granchè.
Qui a Khartoum e in Sudan anche questa pasqua la vivremo un po’ nella gioia e nella partecipazione calda del nostro piccolo gregge, un po’ nell’indifferenza – sinceramente innocente – della massa. Oggi come 2,000 anni fa, al Messia non interessano i numeri. Non segue statistiche di gradimento. Alla croce, di dodici che si era scelto se ne trova sì e no uno (che poi non si sa se è vero, visto che oltre a lui stesso non ci sono testimoni se non quattro donne... che nel medioriente di allora valevano come il due di picche). I suoi fedelissimi tanto fedelissimi non si son dimostrati. Si sono dimostrati più vicini un certo Giuseppe d’Arimatea e un certo Nicodemo, che secondo la cronaca era membro dello stesso sinedrio che lo ha condannato. Al funerale di Gesù non ci sono i suoi amici: solo quattro donne in lacrime, un simpatizzante e uno dei boia.
Eppure dopo 2,000 anni siamo qua a celebrare la potenza del suo amore. Un amore che ci interpella e che ancora ci rifiutiamo di prendere sul serio. Un amore per cui il mondo non sarebbe diviso fra buoni e cattivi, fra amici e nemici, ma dove tutti siamo fratelli. Anche se la pensiamo diversamente. Anche se non ci capiamo. Anche se abbiamo paura l’uno dell’altro.
Buona Pasqua. Che la storia del Crocifisso e Risorto non smetta di chiamarci. E che noi non ci perdiamo nel mercato delle nostre piccole preoccupazioni ma continuiamo a seguire lui, che fa strada. Dovunque ci porti.

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