Thursday, 12 December 2019

natale, veglia del Sudan


Khartoum, Natale 2019
Carissimi amici e amiche!!

Come dicono in inglese “no news – good news”, e in effetti non mi son fatto sentire molto da quando in Sudan è finita la tempesta. Mentre vi scrivo, girano voci di un possibile colpo di coda dei sostenitori del vecchio regime di Bashir. C’è molta tensione in giro, con la paura che si materializzi un tentativo di tornare indietro. Sono i rinculi della primavera araba, che non hanno mai fatto del bene a nessuno.
Ma il popolo Sudanese sembra avere le idee chiare e la voglia di dare un taglio ad un passato dove l’arroganza dei pochi ha dettato legge, contro il buon senso, e contro ogni dettame di umanità.

Il natale di quest’anno arriva come la luce di una piccola candela. È stato un anno buio e burrascoso, con le proteste, e poi la soppressione violenta del sit-in nonviolento il 3 giugno (triste anniversario di Tienanmen, come è beffardo il demonio!). Si sono susseguiti mesi difficili, di paura e di incertezza. Dopo la firma dell’accordo per un periodo di transizione in cui i militari e i civili sono scesi a compromessi (e dove i giovani rivoluzionari hanno a malincuore accettato di sedersi al tavolo con il diavolo, piuttosto di averlo contro), adesso rimane la lunga strada di un paese dilapidato da anni di corruzione e abusi inimmaginabili. Siamo in quell’ora dopo la battaglia in cui si raccolgono i cocci.

Il popolo Sudanese sta dando una grande lezione di umanità. La situazione è dura per tutti, con il pane e i mezzi di trasporto in uno stato di perenne precarietà. Eppure sanno attendere con la speranza che il cambiamento tanto atteso stia venendo.

Per noi missionari – che alla fin fine abbiamo comunque la pancia piena e un tetto sopra la testa – è difficile capire dove trovino la forza. Eppure non cedono. Ricordano tanto i pastori di Natale, di cui il vangelo non ci dice molto, se non che vegliavano nella notte. Mentre tutti dormivano, loro vegliavano. Mentre per gli altri era notte, per loro è apparsa una luce sfolgorante. Mentre per gli altri regnava il silenzio, per loro hanno cantato le schiere degli angeli di Dio nella sua gloria. Ci insegnano che Natale è risurrezione, per chi si fa trovare pronto.

Che questo Natale ci trovi svegli. Con gli occhi aperti per vedere quello che davvero conta. Con gli orecchi attenti, capaci di discernere le false promesse e la retorica da saltimbanco dalla promessa di un salvatore che nasce in un buco di stalla, di là dei margini della storia scritta dai grandi. Con il cuore capace di lasciarsi commuovere dalla generosità dei semplici: una ragazza che si affida alla promessa di un Dio mai visto, e che parla un linguaggio nuovo, quello della riconciliazione.

Che il Signore ci faccia nuovi. Il mondo nuovo che lui ha già creato attende che siamo rinnovati anche noi, per entrarvici.

Buon natale!!


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